C’era una volta un re. Le fiabe hanno radici lontane, pare nella notte dei tempi quando non ancora esisteva questo mondo ed ogni fanciulla, con il suo principe, dopo mirabolanti avventure, era destinata ad essere felice in eterno. Gli abitanti di quell’epoca si destreggiavano tra draghi e spiriti malvagi, erano aiutati da fate e strane creature dall’animo buono. Ed è in quella notte dei tempi, governata dalla bontà o dall’ira degli dei, che è ambientata questa storia. Il Re protagonista è il Re Vesulo, il Monviso, che ogni giorno guarda e protegge le nostre terre.

 

Il Re Vesulo era solito avere atteggiamenti troppo carini, e naturalmente non apprezzati dalla moglie, con le dame di corte. La sua sposa, la regina Besimauda, diede così inizio ad una discussione. Il Re Vesulo perse le staffe in poco tempo e cacciò la regina fuori dal reame. La litigata fu furibonda, la stessa Besimauda allontanata dal castello continuò ad imprecare, con urla e grida, contro il re. Le altre divinità, irritate dal grande fastidio, punirono Vesulo e Besimauda trasformandoli in pietre.

 

Conscio del suo errore e pentitosi immediatamente, il Re Vesulo chiese un ultimo desiderio alle divinità: essere così in alto da continuare a guardarsi in viso con la sua sposa. La richiesta venne assecondata.

Da allora, il Re di Pietra si erge maestoso, eretto a guardare la sua dama Bisalta. Ai suoi piedi La Granda, una provincia di arti e mesteri antichi di cui il grande sovrano, oggi come allora, se ne prende cura. 

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