Dall’inclinazione umana a fare propri i principi culturali di un tempo, prende forma la storia. Attraverso il gusto, in ogni sua declinazione, si plasma la vocazione di una terra. Argenti, cristalli, merletti, porcellane rare, gioielli, tessuti ed organze assolvono ruoli differenti, soprattutto, nell’epoca in cui l’atto di godere mangiando è esso stesso un simbolo.

Il tempo di Rodulphia raccoglie a sé l’appagamento dei sensi ed esprime la libido gastronomica. Lo spazio di Rodulphia si insinua nel Medioevo, là dove, Chiesa e nobili seppero, e vollero, impreziosire l’antico borgo di ciò che oggi l’uomo ancora divulga: l’arte di degustare.

Il tempo rallenta. Così, a chi si avvicina al castello dalle origini medioevali e a chi, affidandosi alla religiosità di un popolo naturalmente contadino, va alla ricerca delle piccole cappelle cattoliche, la storia racconta altro. All’epoca della stirpe Salica, quando Carlo Magno offrì in dono alle famiglie di cavalieri, ricchezze territoriali, tra cui la citata Rodulphia, venne divulgato l’ingegno culinario: non solo ricette, ma un modo nuovo di trasformare e consumare.

In quel di Rodulphia, da allora, il bello incarna il buono così come il gusto sposa l’estetica.

Quello che fu allora Rodulphia, oggi è Ruffia, lo stesso piccolo ricettacolo di umanità e di artigianato, governato da uomini nobili nelle intenzioni e nell’arte di fare.